Il Monte Amiata nella Divina Commedia: Umberto Aldobrandeschi
Uno dei personaggi più affascinanti e significativi presentati nel Purgatorio di Dante è Umberto Aldobrandeschi, un nobile del XIII secolo che appare nell’Undicesimo canto. La sua storia e il suo ruolo nel Purgatorio sono emblematici e offrono profonde riflessioni sulla superbia e la redenzione.
Gli Aldobrandeschi: una nobile famiglia
Alla fine del XIII secolo, la famiglia Aldobrandeschi era tra le più influenti nelle comunità amiatine. Di antichissima nobiltà, i suoi membri erano stati nominati conti dal re d’Italia Arduino di Ivrea nel 1002. Probabilmente di origine germanica, ma ormai italianizzati da secoli, gli Aldobrandeschi dominavano le contee di Sovana e Santa Fiora, controllando una vasta area delle pendici del Monte Amiata.
Umberto Aldobrandeschi nel Purgatorio
Dante presenta Umberto Aldobrandeschi come il primo dei tre superbi che occupano la prima cornice del Purgatorio. In vita, questi personaggi erano noti per la loro arroganza e la loro presunzione, guardando con disprezzo gli altri esseri umani. Nel Purgatorio, sono puniti trasportando enormi massi sulla schiena, costretti a piegare il capo verso la terra, un chiaro simbolo della loro necessaria umiltà.
Il Dialogo con Dante
Umberto è il primo a parlare con Dante nella cornice dei superbi. Racconta della sua vita con grande umiltà, riconoscendo che la sua “cervice superba” è domata da questo sasso che lo costringe a tenere il viso basso. Anche se vorrebbe sollevare la testa per vedere Dante, il pesante masso glielo impedisce. Vorrebbe chiedere a Dante di pregare per lui, sperando che la preghiera di una persona in grazia di Dio possa abbreviare il suo tempo di purificazione.
Riconoscere la propria superbia
Umberto rivela la sua identità, spiegando di essere nato da Guglielmo Aldobrandeschi, un nome che Dante conosceva bene. Ammette che l’antica nobiltà della sua famiglia e le grandi imprese dei suoi antenati lo avevano reso arrogante, facendolo sentire superiore agli altri. Questa superbia lo aveva portato alla rovina, in particolare in conflitto con il Comune di Siena, che desiderava controllare le sue terre.
La Morte di Umberto
Umberto narra che i Senesi, suoi rivali, lo uccisero nella piazza di Campagnatico. Esistono diverse versioni su come sia avvenuta la sua morte: alcuni cronisti dell’epoca parlano di sicari che lo soffocarono nel sonno, mentre altri raccontano che fu circondato e sopraffatto in battaglia dall’esercito senese.
Il Pentimento e la redenzione
Nonostante la sua vita di superbia, Umberto ha trovato la redenzione. Nel Purgatorio, riconosce i suoi errori e la necessità di umiltà, ammettendo che la sua arroganza aveva danneggiato anche i suoi familiari. Il fatto che si trovi nel Purgatorio indica che si è pentito e ha ricevuto il perdono, interrompendo così la catena di odio e vendette che caratterizzava la società del suo tempo.